Il Punto, a quattro mani

Quest’utimo articolo del 2015 è stato scritto da me, Massimo Citi, con appollaiata alla mie spalle Silvia Treves, teoricamente intenta a correggere i compiti, ma in realtà pronta a intervenire sul testo. Per evitare ulteriori discussioni ho tenuto anche i suoi interventi che appariranno nel post con un altro colore.

coperta ALIA dic 2015-2

Mancano otto giorni alla fine dell’anno. Il che non è molto, via ammettiamolo. Alla serie dei racconti per ALIA Evo 2.0 si sono aggiunti, intanto, altri due racconti. Il primo è «Fifone» di Valeria Barbera, un delizioso horror con due bambini come protagonisti – ciò che la nostra anima perversa e dispettosa predilige nel campo orrorifico – e il racconto «La discoteca e le querce» di Consolata Lanza, una storia di fantasmi rarefatta e malinconica, un piccolo capolavoro. A questo punto mancano soltanto il racconto di Massimo Soumaré, del quale ho avuto se non altro occasione di leggere l’incipit, e il diciassettesimo racconto, del tutto imprevisto fino a pochi giorni fa, scritto da Fulvio Gatti, autore di un curioso racconto pubblicato nel nostro decimo Fata Morgana, oltre che di una caterva di altre cose e cosette e storico coordinatore di Torino Comics.

Con il raggiungimento del diciassettesimo autore – non si tratta di un commensale, rilassatevi e non siate superstiziosi – la struttura di ALIA Evo 2.0 è sostanzialmente definitiva. Mancano ancora due racconti che saranno terminati entro la prima decade di gennaio (LA PRIMA DECADE DI GENNAIO, È CHIARO A TUTTI?), la parte centrale del racconto di Silvia Treves  (compatitemi, ho combattuto su due fronti: la scuola e ALIA, Alia è stato il fronte migliore. ST) che abitualmente scrive l’incipit, poi la chiusura e quindi la parte centrale del testo (non è vero, la chiusura si palesa verso metà del racconto ST) . Non chiedetemi come fa (si tratta di intuito, scrivo con l’emisfero destro ST). Resta da fare un briciolo di editing a un paio di racconti, poi… vabbé, Silvia mi ha fatto notare che il mio racconto è almeno in parte… incompleto e che farò bene a rimetterci le mani. Questo succede a  convivere con un’editrix – come insegna il buon Paolo Cavazza  – anche se, per le meno, avrò la possibilità di vendicarmi, pardon, di rifarmi leggendo il suo. Il tutto, comunque, ci porterà via pochi giorni e per l’epifania saremo pronti.

Tranquilli, non siamo in mezzo al guado: succede a ogni nuovo ALIA: prima c’è il caos poi tutto a va a posto. È come l’assemblaggio delle proteine: l’ordine della struttura finale è insito nella sequenza degli aminoacidi: ovvero la sequenza dei racconti nasce da sola dalle loro qualità intrinseche. E io spero di dimostrarlo scrivendo l’introduzione! ST.

Ma che cos’è questa ALIA 2.0? Bella domanda. Diremmo una rassegna di narrativa fantastica che – teoricamente – dovrebbe tenere attaccati alle pagine i lettori. Un’antologia dove si incontrano, collaborano, sognano e delirano diciassette autori. Senza gelosie, senza invidie, senza ansia né timori ma in scioltezza, come in un lungo, divertente giro in bicicletta o sugli sci. Nonostante la diffusa convinzione – fin troppo diffusa per la veritàche non sia possibile costruire una vera antologia fantastica di autori italiani (notoriamente rissosi come i polli di Renzo) che meriti davvero di essere letta, ALIA Evo 2.0 è in dirittura d’arrivo. ALIA è l’Arcipelago del Fantastico: tra i suoi autori vi sono vecchie e nuove leve del fantastico e della fantascienza italiana, veterani e spine, vecchi filibustieri e giovani corsari, quanto merita leggere per andare Oltre.

Questa volta non ci sono autori stranieri. Vero. Ma noi siamo esploratori, non turisti e per andare lontano non dobbiamo percorrere mezzo mondo: veleggiare lungo le nostre coste  può riservare molte sorprese. I migliori auguri di tranquille feste e di un 2016 normale e persino un po’ noioso come una domenica pomeriggio piovosa. coperta ALIA dic 2015

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Nostromo, segna anche questi!

velieroSiamo a + 39 giorni. Il che cambia poco rispetto all’ultima volta, siamo d’accordo. Ma tant’è.

Nel frattempo… beh, l’ultima notizia è di stamattina ed è un’ottima notizia. Danilo Arona sarà della partita. Al momento non ho altri particolari, ma la notizia è ufficiale, ufficialissima e quindi via, «nostromo segna anche questo». È da un po’ di tempo che Arona non si fa vivo dalle parti di ALIA ma la colpa è anche nostra. Ma non succederà più, giurin giuretta.

Altra importante adesione arrivata in questi giorni è quella di un’autrice ormai nota al pubblico di ALIA: Consolata Lanza. «Non ho ancora un racconto ma lo scrivo prossimamente, contate su di me».  Situazione non troppo diversa dalla mia e da quella di Silvia Treves, detto di passata, ma siamo felici di averti ancora una volta con noi. Senza di te ALIA non sarebbe ALIA.

Maurizio Cometto, autore del racconto apparso nello scorso ALIA, «Segni di morte» ha inviato lo scorso week-end due racconti nella versione quasi definitiva. A noi il compito di scegliere quello che ci pare più adatto al prossimo ALIA. Compito, inutile dirlo, assai poco gravoso.

Notizie in arrivo anche da Francesco Troccoli, autore in ALIA Evo de «Il misterioso viaggio del giovane Piotr» che bisserà la sua presenza nel prossimo ALIA. Da Fabio Lastrucci, anche lui della partita con un racconto in corso di scrittura e qualche notizia anche da Luca Barbieri autore dello splendido racconto «Viale del Tramonto» in ALIA Evo.

Ma ci sono altri altri possibili autori in  arrivo e racconti che bollono in pentola. Rimanete connessi e sarete, immancabilmente, informati.

macchina da scrivere

ALIA want you! (Evo 2.0)

alia-russoSì, si riparte.

Non dico sia facile né che non ci siano problemi, ma i risultati – più per i giudizi che gli incassi – ci fanno dire: «Beh ALIA Evo non è andata male, perché non farne un’altra?».

Un’e-book dal titolo ALIA Evo 2.0. Il nome di un programma nella la sua release più recente. Secondo la visione degli e-book che fino a non molto tempo fa aveva l’UE. Comincia lo sbattone nel trovare racconti che meritino – e non ne mancano, sul serio -, nel chiedere ad amici traduttori nuovi autori e nuove storie, nell’immaginare insieme qualcosa d’altro, qualcosa che agli ALIA precedenti è mancato.

Tra l’altro significa anche per noi – io e Silvia – cominciare a pensare che cosa scrivere per il prossimo ALIA, senza scavare nei racconti già scritti e mai pubblicati…

Le regole non cambiano, ma è bene ricordarle. I racconti selezionati di autore italiano saranno pubblicati senza alcun vincolo di proprietà e ciascun autore potrà disporne come preferisce, pubblicandoli in seguito con altro editore o in altro modo. Stessa regola vale per eventuali racconti già pubblicati in altra sede che potranno essere pubblicati in ALIA purchè disponibili all’autore senza doveri nei confronti di altro editore.

Regole in parte diverse per i racconti tradotti che resteranno di proprietà degli autori mentre le traduzioni saranno di proprietà dei rispettivi traduttori.

Non ci sono regole sulla lunghezza. Diciamo che non potrò pubblicare sul prossimo ALIA il romanzo breve (>150.000 caratteri) che sto scrivendo e meno che mai potrà farlo Silvia che viaggia sul milione di caratteri, ma fino a 60.000 / 70.000 caratteri ogni testo è accettabile. Altra regola che è bene ripetere è che i testi dovranno essere di natura fantastica. Come ha spiegato Silvia nel corso dell’intervista uscita su «Il pozzo e lo straniero»:

…il fantastico è un’aura, non un genere chiaramente definito e delimitato, è pieno di sfumature e di “figli” il fantasy, l’horror, la FS, la favola, lo steampunk, il racconto di ucronia, il racconto gotico ecc…

 Il che è come dire che siete assolutamente liberi di inventare quello che credete, da un mago alieno nelle soffitte di un antico castello in un’Europa dominata dal Califfo, a un castello alieno dove abita un Califfo e fatto solo di magiche soffitte, a un alieno sfrattato da una soffitta che cerca di recuperare una casa con l’aiuto di un amico mago e contro un perfido califfo a… vabbè, avete capito, credo.

alia_stargateAltro aspetto in apparenza poco simpatico ma che ha un suo perché: né autori né traduttori saranno pagati – come è stato nelle precedenti edizioni – per il loro lavoro.

Calma, un momento, ragioniamo.

ALIA rappresenta un punto d’incontro di molti autori e di diverse culture e se l’editore – CS_libri – avesse risorse economiche per finanziare un simile progetto non ci penserebbe due volte a pagare. Ma CS_libri – e in realtà anche io e Silvia, i due curatori – esistiamo per produrre ALIA nel miglior modo possibile e le vendite della precedente edizione – interamente depositati presso un conto su PayPal – non hanno, per la verità, un’entità tale da costituire uno stimolo sufficiente per nessuno. E tali poveri incassi non hanno nemmeno permesso, detto di passata, di stampare ALIA su carta. Diciamo che se vi piace il progetto non sarà gravoso lavorarvi gratis et amore deo altrimenti – con tutto il nostro dolore e la nostra convinzione che sarebbe stato bello se – è triste ma le nostre strade si separano qui. In ogni caso aggiungo che se ALIA vendesse qualche centinaio di copie – il che è fantascientifico ma non del tutto – traduttori e autori riceverebbero un degno guiderdone al loro impegno. «Ben un numero a due cifre…!» Ssshhhttt, silenzio.

Ultimo aspetto, il principale, in realtà. ALIA  è nato per permettere un confronto con il fantastico di altri paesi e di altre culture. La culture dell’estremo Oriente – Giappone, Cina, Singapore -, le culture di area anglofona – USA, GB, Australia, Canada – e quella di madrelingua italiana. Ma siamo aperti ad altri contributi. Dall’universo Ispano-americano, a quello nordico e germanico, al mondo slavo. Ai consueti traduttori che hanno collaborato al progetto – Massimo Soumarè, Davide Mana, Federico Madaro – ci piacerebbe affiancarne altri che operano in altre aree e lavorano su altre lingue. Sarà possibile anche senza mercede? Non è probabile ma non è nemmeno impossibile, aspettiamo e vedremo.

I tempi di consegna dei testi sono ovviamente larghi. Diciamo che il sogno mio e di Silvia sarebbe quello di ricevere tutto entro la fine del 2015 in modo da pubblicare il nuovo ALIA, ALIA Evo 2.0, entro marzo del 2016. Ma non ci illudiamo troppo in proposito. Se i testi riuscissero ad arrivarci entro febbraio 2016 sarebbe ancora possibile pubblicare tutto entro maggio 2016. Ancora più tardi  vorrebbe dire rimandare l’uscita di ALIA Evo 2.0 a settembre / ottobre, rischiando di finire troppo vicini a Natale e scomparire nel gorgo natalizio.

Resta una domanda che in molti hanno concepito mentre leggevano questo post: «Va bene, ma a voi due chi ve lo fa fare?» Rispondere è un pochino come raccontare un pezzetto della nostra vita ma lo faremo, sia pure in breve.

Come tanti altri anche noi abbiamo letto antologie di autori stranieri – di horror, di gotico, di sf, di fantastico – e ci siamo sempre detti (separatamente, allora): «ma non sarebbe bello – fantastico, stupendo, impensabile, meraviglioso – farne una noi?» Ecco il semplice segreto di ALIA. Finora abbiamo avuto la possibilità di varare sette ALIA ma siamo insaziabili. Bramiamo farne un’altra… E comunque ci sono poche cose che riescono a regalarci la stessa gioia di leggere come ricevere racconti fantastici da scegliere in anteprima. In realtà temo di dover ammettere che sia Silvia che io siamo due vampiri. Beneducati, gentili ma sempre vampiri. Ognuno ha le sue debolezze e i suoi scheletri nell’armadio.

Ultime note per coloro che intendono partecipare. I testi, in formato .doc, .rtf o .odt devono arrivare presso la casella postale aliaracconti[at]fastwebnet.it, accompagnata da una breve (max 200 caratteri) autopresentazione. Altre comunicazioni potranno arrivare sulla stessa posta elettronica o sulla nostra (massimo.citi[at]fastwebnet.it e s_3ves[at]fastwebnet.it). Altro modo di comunicare con noi è attraverso questo blog o sulla pagina FB di CS_libri.

Sicuramente ci saremo dimenticati qualcosa, ma intanto ci fermiamo qui.

Aspettiamo impressioni, dubbi, proposte, idee ecc ecc.

Ma sappiatelo: ALIA Evo 2.0 adesso esiste.

Silvia Treves e Massimo Citi

alia cccp

ALIA: cinque domande.

who_are_you-_Siamo in movimento, come si è detto e spiegato, ma adesso si tratta di cominciare a riflettere su tempi, modi e forme dell’antologia a venire. Soltanto qualche punto fermo, ovviamente provvisorio e discutibilissimo, ma che è bene iniziare a discutere.

1) Chi: finora ho ricevuto la disponibilità di diversi autori delle precedenti edizioni. Tutti autori italiani, più qualche proposta da altri autori, sempre italiani. Un autore, Mario Giorgi, mi ha già fatto avere un suo (ottimo) racconto che si è già abbondantemente guadagnato un posto sul nostro mezzo. Ma come dobbiamo procedere? Quanti nuovi autori possiamo ospitare? È ragionevole pensare di poter pubblicare – putacaso – venti autori italiani? E sarà il caso che qualcuno scelga tra i racconti proposti o questi verranno comunque pubblicati? Il mio personala parere è che i racconti giunti saranno comunque pubblicati e nel caso suddivisi in due successive edizioni di ALIA. Ciò detto, credo che il termine ultimo per la consegna/spedizione dei racconti italiani sarà il prossimo 30 settembre.  Ditemi che cosa ne pensate, qui o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica aliaracconti[at]fastwebnet.it.

2) Dove: ALIA ha sempre raccolto autori provenienti dall’estremo est e dall’estremo ovest. Non mi sembra il caso di smettere proprio ora. Come anche, nel caso, di ospitare anche autori provenienti dalla nostra vecchia Europa. Nelle precedenti edizioni di ALIA Davide Mana, Maz Soumaré e Federico Madaro si sono assunti il compito di tradurre rispettivamente autori dell’universo anglofono e del mondo nipponico e cinese. È ancora possibile provarci? Ha un senso? Qualcuno è disposto ad ascoltarci e a cedere gratuitamente i suoi diritti per la traduzione italiana? Non posso che rivolgermi a ciascuno di voi curatori chiedendovi una risposta, anche breve ma comunque – me ne rendo conto – impegnativa. E se qualcuno ci stesse, sarebbe ragionevole pensare a un termine di consegna delle traduzioni per il 31.12.2013 o il 31.01.2014?

3) Come: si è parlato di un e-book dal quale, eventualmente, ottenere in un secondo momento un p(aper)-book. Ma non si tratta di legge scolpita sulla pietra che un ignoto dio ci ha regalato. Personalmente sono convinto che un e-book abbia più senso per la leggerezza stessa del progetto, ma non sono disposto a morire per difendere il mio punto di vista. Chiunque abbìa idee o suggerimenti scriva qui o all’indirizzo sopra citato (aliaracconti[at]fastwebnet.it). Si può fare tutto, compreso lanciare una sottoscrizione on line o ricattare un commercialista pedofilo. A proposito, qualcuno ne conosce? In ogni caso sottolineo che il nostro e-book potrà essere venduto letteralmente ovunque, sui blog come in qualsiasi sito. Sarà un libro ubiquo e rintracciabile ovunque. Anche, e anche questo è un parere personalissimo, eventualmente copiabile. Non nel senso che spingeremo i lettori a farne copie e inviarne in giro, ma nel senso che non apporremo assurdi e vessatori infomeccanismi per evitarne la copiatura familiare. Provvederemo comunque a difendere i diritti di autori e curatori.

4) Quando: la primavera 2014, così a occhio.

5) Perché: È il caso di ripeterlo? No, non credo proprio.

Coraggio, aspetto vostre risposte.

P.S.: nel caso si stabilisse che NON esistono autori stranieri disponibili a pubblicare – probabilmente anche con ragione – con un’editore fantasma, che cosa dobbiamo fare? Risposta personale: pubblicare ALIA ugualmente, anche solo con autori italiani. Ma anche qui è ovviamente possibile aprire una discussione on line.

Io sto coi talebani, in ogni caso, visto che a quanto pare vincono sempre.

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Che cosa vi aspettate da me?

writerNon ho un racconto per il prossimo ALIA.

Cioé, non è che non ce l’abbia, ma non mi viene in mente nulla di adatto. È come un regalo per un’occasione particolare. Hai in mente una serie di oggetti narrativi disponibili che potrebbero anche andare bene, ma nessuno sembra davvero adatto.

Nell’ultimo ALIA, ALIA Storie, 2011, copertina verde, ho pubblicato (a fatica, dal momento che ero ancora alla prese con i postumi dell’ictus avuto nei mesi precedenti) un racconto che, a rigore, sarebbe andato bene in coda a “In controtempo”. Un racconto che non era di sf ma semplicemente di fantastico, con un personaggio – un architetto specializzato in arredamento di interni, prossimo al fallimento – visibilmente destinato a una triste fine. Proprio ciò che non piace, ormai l’ho capito, a un certo Iguana Jo. Ma ovviamente non è questo a impedirmi a proporre di nuovo qualcosa del genere. È semplicemente il desiderio un po’ farlocco di sparare una bella storia fantascientifica.

gravastarChe sia bella, poi, io sono l’ultimo al mondo a poterlo dire, ma credo si capisca bene che cosa intendo. Una storia ambientata molto lontano della Terra, in un lontano futuro. Potrebbe essere un racconto da aggiungere al ciclo della Corrente, in fondo nei precedenti cinque numeri di ALIA ho sempre pubblicato un racconto appartenente al ciclo. Ma potrebbe anche essere qualcosa di molto diverso. Il romanzo che (non) sto finendo di scrivere si svolge in un universo con una storia molto diversa da quello dell’Udienza e della Corrente. Un universo dove esistono specie aliene con le quali gli umani sono gradualmente venuti a contatto. Un universo dove curiose, enormi stelle, le «Gravastar», fungono da portale per ammassi locali, dove tutte le razze che conoscono questo genere di trasporto finiscono fatalmente per incontrarsi. Dove incontrare un alieno ha smesso di essere un fatto sensazionale per diventare una seccatura, un impegno, una difficoltà, un grattacapo, un problema. Lo so, lo so, le Gravastar sono parte di un’ipotesi screditata sulla fisica dei buchi neri, esattamente come so che nel ciclo di Chanur l’ottima C.J.Cherryh ha giusto immaginato qualcosa di simile a una stazione di incontro tra navigatori più o meno alieni. Ma dev’esserci qualcosa di profondamente suggestivo, in quest’idea, tanto da appiccicarmisi addosso e risaltare fuori a distanza di un ventina d’anni. E comunque, direi che immaginare sia la musica il miglior modo di fraternizzare con gli alieni – tanto che l’unica struttura interspecifica nata per controllare il corretto svolgimento degli affari nelle stazioni ha un nome dannatamente musicale: la Cromantìa – non è un’idea poi del tutto da buttare.

chanurSono perseguitato da molte idee che, complessivamente, mi permetterebbero di scrivere addirittura tre racconti. Uno di puro fantastico, legato a una visione – o meglio, a un’illusione – notturna nata portando a spasso il mio cane (NON ridete!). Un’altro legato a un passaggio di uno dei racconti o dei romanzi del ciclo della Corrente, dove accennavo a una particolare tipo di piloti tranx, dei ferocissimi istinti superfelini (lo so, Cordwainer Smith ha scritto I picoli micieti di mamma Hitton e io l’ho letto, lo confesso) e, infine, il terzo legato al problema dell’immortalità, ovvero di una specie i cui membri siano realmente immortali e ai loro possibili rapporti – o mancanza di essi – con specie che immortali non sono… un racconto per il quale i mondi della Cromantìa sarebbero perfetti.

astronave-doroMa non si raccontano le tracce prima di averle stese! È una vergogna, un’ignominia, un orrore!

Vero, ma questo blog, in fondo, è un boudoir, uno spogliatoio, un luogo dove fare quattro chiacchiere prima o dopo la partita. E, in ogni caso, aver dichiarato le mie intenzioni funziona da impegno. Verso di me e verso i lettori, quattro, quaranta o quattocentomila che siano. Mi auguro che altri autori abbiano voglia di commentare, magari suggerendomi di buttare via tutte e tre le tracce o proponendo un’idea, una traccia del racconto che proporranno. ALIA è qualcosa di diverso, in tutti i sensi.

ALIA (in) Italia

salgari_04È passata poco più di una settimana dall’incontro che ha riproposto ALIA a lettori ed autori e il tempo passato non è stato certo sprecato.

Sto meditando su altri possibili contatti, ho ripreso i contatti con gli autori delle precedenti edizioni e ho ricevuto altre proposte e suggerimenti, quanto basta per darmi da un lato qualche patema d’animo e dall’altro convincermi che la vita di ALIA era tutt’altro che terminata.

salgari_02Il primo a muoversi è stato l’ottimo Fabio Lastrucci, scultore, illustratore, scrittore, animatore del gruppo FB “Romanzi di fantascienza” e redattore della rivista on line Fralerighe-fantastico, curioso, appassionato, impulsivo e generoso è subito partito alla carica con Vincent Spasaro – di cui si terrà una presentazione proprio stasera a Torino -, Maurizio Cometto e  Dario Tonani invitandoli a collaborare con il futuro ALIA. E in giornata ho già ricevuto risposte e osservazioni dai soggetti indicati, a conferma che ALIA non è poi così sconosciuta come temevo (l’immagine qui sopra con Salgari e’ opera di Andrea Bonazzi).

Il giorno successivo ho scritto a Mario Giorgi, autore di fantastico tra quelli che apprezzo di più e in risposta ho avuto molto di più che una letterina di consenso, ma un lungo racconto Avvistamenti che abbiamo iniziato subito a leggere.

salgari_03Dopodiché ho scritto a Vittorio Catani – che non mi pare il caso di perder tempo a presentare – e lui, senza minacce, blandizie e peraltro senza batter ciglio, mi ha promesso un racconto per il prossimo ALIA. Degli altri italiani ne ho parlato già nel precedente post e quindi non mi ripeterò qui. La cosa davvero importante è che ALIA esiste, sia pure per il momento soltanto tra i confini nazionali e che il progetto sta continuando. Altra cosa, altrettanto interessante, è che credo esista una necessità – anche questa molto sentita – di incontrarsi e confrontarsi con un pubblico di lettori, una necessità divenuta vitale per gli autori di fantascienza e fantastico in Italia. No, non voglio ritornare sul tema troppe volte sottolineato della situazione del fantastico oggi in Italia, ma lasciatemi dire che avere un’occasione in più di farsi leggere e di collaborare con altri autori può essere una buona opportunità. Una buona occasione per scrivere e una altrettanto buona per essere letti. Adesso ritorno alla lettura, del racconto di Giorgi, ovviamente. A rileggerci presto!

Ultimissimo particolare, di interesse minimo ma tutto sommato non irrilevante, le immagini di questo post ricordano un grande autore di fantastico italiano…

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Quando inizia un lungo viaggio…

alia2Come forse avrete iniziato a immaginare questo blog ha cominciato una nuova vita. Resterà, come è stato negli ultimi tempi, un blog dedicato alla fantascienza – in fondo sono un fissato della materia, avendone letto qualche milione di pagine e scritto per qualche migliaio – ma diventerà anche la fabbrica, l’opificio, il gabinetto, il laboratorio, il cantiere, l’officina, la fucina del nuovo ALIA.

Il nuovo ALIA, forse ALIA Evo, in omaggio a questo blog, compie i suoi passi dai prossimi giorni. Ricomincerà a prendere contatto con gli autori e i curatori delle precedenti edizioni, gente come Vittorio Catani, Consolata Lanza, Fabio Lastrucci, Mario Giorgi, Angelo Maranzana, Elvezio Sciallis e tanti altri. Assenti ahimé giustificati Vittorio Curtoni (ALIA 2) e Riccardo Valla (ALIA 3), al ricordo dei quali va tutto il nostro affetto, puntualizzo che Danilo Arona e Alessandro De Filippi sono già stati “arruolati” dopo un incontro all’Incubatoio del Salone del Libro, dove Arona presentava il suo L’autunno di Montebuio, scritto insieme a Micol De Gouges. Per gli autori stranieri – americani, asiatici e di altre strane e impensabili zone del mondo – saranno Davide Mana, Massimo Soumaré e Federico Madaro a ricercare, dialogare e tradurre. Io e Silvia Treves [1] saremo (inevitabilmente) i curatori della nuova edizione.

Nuova edizione che, secondo l’incontro avvenuto al Salone del Libro, dovrà essere in primo luogo in forma di e-book e soltanto successivamente in forma cartacea. Siamo coscienti dei problemi connessi a un’edizione digitale, sia di semplice compatibilità che di resistenze più o meno conscie all’uso di un e-reader, ma ci sembra che i tempi siano maturi per un mutamento. Come sarà l’e-book, se in formato .epub o .mobi (probabilmente tutti e due), se dotato di DRM o meno (per quanto mi riguarda è un bel NO rotondo), se illustrato o meno (bisogna sentire anche i disegnatori, naturalmente) è oggetto di discussione, e questo è uno dei luoghi di discussione, una discussione il più possibile pubblica.

Ma quante pagine avrè questo e-book? Chi e quanti saranno gli autori? Sarà un solo volume o ALIA ritornerà in forma antologica a scadenza più o meno annuale? Belle domande, non sappiamo ancora rispondervi ma lo faremo comunque su queste pagine.

In ogni caso ricordiamo che presto uscirà il video della presentazione di ALIA proprio su queste pagine, in modo che tutti sappiate esattamente che cosa ci siamo detti. Modello Grillo ma molto, molto meglio. A presto, ALIAnti!

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Soffio del vento, illustrazione di Alessandro Bioletti (part.)

[1] Segnalo che sul blog di Silvia Treves è uscito ieri un commento proprio all’incontro su ALIA e una promessa che ovviamente ci siamo subito segnati per poterla in seguito ricattare. Un salto qui non vi farà male.

Una decadenza fantastica

Non è un momento particolarmente felice per il fantastico in Italia.

Opinione personale, anzi personalissima che sono, anzi, pronto a rivedere e ripensare se qualcuno vorrà avere la santa pazienza di mettere in evidenza (eventuali) controtendenze e/o novità emergenti.

Non è un momento felice per la triste scarsità della produzione italiana, impantanata in un fantasy pre-adolescenziale, un horror il più delle volte tristemente dilettantesco o stancamente legato a personaggi abbondantemente sfruttati – sopra tutti il vampiro, e una fantascienza sostanzialmente scomparsa in quanto tale, con gli editori italiani che l’hanno cancellata dalla produzione libraria avendo stabilito che «per la sf non esiste mercato». Al di fuori di queste tre classicissime categorie c’è davvero poco e quel «poco» spesso è semplice prova autoriale isolata, incapace di creare scuola o suscitare un interesse che superi la ristretta cerchia dei lettori avvertiti.

Le traduzioni, al di là delle stanche ristampe fanucciane della produzione di P.K.Dick, sono di corposi romanzi rivolti a un pubblico giovanile o adolescenziale e con protagonisti in età puberale chiamati ad affontare sfide morali ed etiche di dimensioni più o meno caricaturali  e molto spesso diretti discendenti – o semplici epigoni – di personaggi e autori di successo planetario. Harry Potter di J.K. Rowlings, The dark matters di Philip Pullman, i fratelli Baudelaire di Lemony Snicket, Twilight di Stephanie Meyer, il Ciclo dell’eredità di Christopher Paolini – senza mai dimenticare Tolkien o C.S. Lewis – sono onniprenti e si possono facilmente riconoscere nei panni – improvvisati o professionali – di migliaia di personaggi che, fatalmente, ne ripercorrono temi e vicende sia pure ribattezzate con altri e diversi nomi.

Anche in letteratura, in sostanza, sembra ripetersi il meccanismo tipicamente cinematografico della replica fino allo sfinimento dei successi già celebrati, multimilionari e capaci di rendere all’eccesso ai produttori attraverso tutti gli infiniti passaggi cinema-DVD-TV-libro-videogame-gadget di una rete di vendita che – inevitabilmente – retroagisce sulla qualità e il livello della produzione. Successi che finiscono per determinare completamente l’offerta ai lettori, emarginando qualsiasi altra idea o soluzione narrativa. Inutile, in sostanza, lamentarsi della crisi della fantascienza, della decadenza dell’horror o della serialità del fantasy. La realtà è che se non (ri)scrivete HP o Tolkien, se non tentate di collocare la vostra (povera) creazione in una cornice già stranota al pubblico non troverete un possibile editore.

Da qui nasce, probabilmente, anche la profonda crisi della sf letteraria, che, sostanzialmente divorata dall’interno dal cinema, pur essendo tutt’altro che stanca ed esaurita finisce col rivolgersi a un pubblico non più giovane che, temo, finirà per portarsi nella tomba il suo amore letterario… Questo senza nemmeno voler entrare nel merito della gestione del superstite Urania e nelle sue scelte…

Al di fuori del megacircuito cine-letterario, forzatamente ripetitivo, rimangono i libri autoprodotti, i testi distribuiti gratuitamente o quasi attraverso la rete.  Una ricchezza, siamo d’accordo, ma anche un problema non piccolo. Se l’autore è l’unico giudice del proprio lavoro e può pubblicarlo senza ulteriori revisioni e senza il confronto con pareri professionali quante probabilità esist0no che il suo libro sia sostanzialmente illeggibile per un lettore medio? Statisticamente direi che le probabilità sono all’incirca di 1 su 100… Come dire che dovrete smazzarvi un centinaio di testi autoprodotti per trovarne uno buono. Più o meno ciò che accade ai lettori per conto delle case editrici per trovare un testo che merita una rilettura, una valutazione professionale, un lavoro di editing.

Ma forse uno su cento è troppo crudele. Diciamo pure uno su cinquanta o uno su venticinque. Va meglio? Ma io, comunque, non vedo mani alzate di soggetti che si candidano a leggere ventiquattro ciofeche per 1(un) romanzo decente. Un cattivo romanzo, al di là del gusto vendicativo di distruggerlo – recensendolo nel proprio blog o tagliuzzandolo fisicamente – , è comunque una sofferenza, una forma di tortura autoinflitta che è ragionevole pensare che nessuno cerchi intenzionalmente.

Quindi è ragionevole pensare che debba esistere una struttura di mediazione, qualcosa che garantisca il lettore che ciò che leggerà – anche gratuitamente – è perlomeno corretto grammaticalmente, formalmente ed esteticamente. Questo – curioso a dirsi – sarebbe il compito degli editori, ovvero quelli che qualcuno a suo tempo e con generoso impeto futurista definì «semplici parassiti».

Ne esistono ancora?

Qualcuno esiste (ancora).

Ma prima ancora sarebbe bene che esistessero portali o siti che rendano possibili incontri e valutazioni da parte di lettori «di lungo corso». Qualcosa di (relativamente) nuovo che sicuramente esiste già ma che, almeno finora, rimane comunque all’interno di un circuito limitato e semiprofessionale.

Unico (e gigantesco) problema: il fatto che non girino – ahimé – soldi nel circuito del fantastico. Non sono un mercante assatanato, ma se tutti i pareri sono gratuiti e chi li esprime nella vita fa letteralmente tutt’altro, quante sono – sempre statisticamente – le probabilità che il parere ricevuto sia irrilevante, assurdo, o nato da invidia, incomprensione, malanimo, intolleranza, disinteresse o noia? Questa volta non proverò a fare ipotesi numeriche ma lascio a mi legge tanta fatica. Personalmente posso annoverare un lussuoso esempio di una stroncatura (annoiata e seccata, ma gratuita) di Maurizio Maggiani (nientepopodimenoche) a un mio racconto. A parte il mal di stomaco e la sensazione di aver annoiato Sua Autorialità non ho comunque imparato nulla. Nel senso che MM aveva letto frettolosamente – se pure aveva letto – e gli era sfuggito il quid del racconto. Cose che capitano a farsi leggere aggratis…

Tirando le somme non è facile proporre qualcosa di credibile. Stretti tra un gigamondo di ipersuccessi basati su una rete di distribuzione disumana (centri commerciali, catene librarie, librerie virtuali che vendono praticamente gli stessi libri) e produzioni marginali e/o emarginate, mal-sopravvivono piccoli e medi editori e librerie indipendenti, che, insieme alla Rete, sono le uniche strutture da dove è teoricamente possibile ripartire per una rinascita della letteratura e persino del  fantastico. Nel (troppo) vasto mondo della rete si nascondono gli autori del futuro.

Cerchiamo di trovarli, prima di perdere le speranze.

P.S. Questo post esce in contemporanea sul blog fronte e retro

P.S. Per completezza aggiungo che la mia intenzione iniziale era quella di presentare tre libri di fantasy e fantascienza appena usciti. Si tratta de L’Atlante di smeraldo di John Stephens, Sono il numero quattro di Pittacus Lore (pseudonimo di Jobie Hughes & James Frey) e Alterra – l’alleanza dei tre di Maxime Chattam. Tutti e tre, detto per inciso, primi volumi di una trilogia. Ho passato in loro compagnia ieri mattina e ho finito per gettare la spugna. Nulla di illeggibile o di intollerabile, soltanto un’evidenza sinistra e un po’ allarmante di stile, spunto, idea, personaggi, ambientazione, sviluppo e (mancanza di) conclusione. Quanto basta per stendere un articolo come questo. Alla mia età non si ama perdere tempo.

ALIA Anglostorie

È stata necessaria un’attesa più lunga – Davide nella presentazione spiega il come e il perché – ma alla fine c’è.
Una
prefazione e un’introduzione, sette racconti, centocinquanta pagine di
testo, cinque immagini originali realizzate per l’occasione per un’ALIA
anglostorica decisamente stimolante.
Gli autori presenti, a
cominciare da Ted Chiang, rappresentano più che degnamente l’arte della
narrazione fantastica nei paesi di lingua inglese.
A voi non resta che leggerli, preparandovi a una varietà di temi e linguaggi non troppo comune in un’antologia tradotta.
Ecco l’indice:

Che cosa ci si aspetta da noi di Ted Chiang

Il sentiero del Sole di Lillian Csernica

Lo spadaccino che non si chiamava Morte di Ellen Kushner

L’avventura dell’inquilino di Dorset Street di Michael Moorcock

Barbablu e il bisonte bianco, una storia di Rangergirl di Tim Pratt

Miss Carstairs e il Tritone di Delia Sherman

Corona di Karl Schroeder

A presto!
aliaanglostorie