ALIA Evo 2.0, presente e futuro

sf 5Salve a tutti. Il lavoro per giungere alla pubblicazione del prossimo ALIA continua. Agli autori già giunti (Vittorio Catani, Francesco Troccoli, Danilo Arona, Chiara Negrini, Vincent Spasaro, Fabio Lastrucci, Maurizio Cometto, Mario Giorgi, Davide Zampatori, Paolo Cavazza) si sono aggiunti Eugenio Saguatti che ha promesso un racconto steampunk – genere molto apprezzato dai curatori – cioé Silvia Treves e io – e l’immancabile, immarcescibile e delizioso Massimo Soumaré. Da Consolata Lanza non abbiamo ricevuto altre notizie ma confidiamo nella sua partecipazione mentre non abbiamo ancora ricevuto notizie da altri autori che hanno promesso di partecipare. Nessun problema, il termine di consegna del racconto è la metà del prossimo dicembre e prima di allora avremo loro notizie. .

sf 3Nel frattempo, discutendo con Mario Giorgi, è nata un’idea che sarebbe bello discutere con gli altri autori che fanno e che hanno fatto parte del progetto. In breve: sarebbe bello far nascere dagli autori di ALIA una collana di testi monografici – romanzi e raccolte di racconti – che verrebbero pubblicati in forma di e-book, creando una collana, «ALIA» che continuerebbe il lavoro creato con ALIA e permetterebbe ai lettori di seguire i propri autori preferiti.Cosa ne dite? Pensate sia fattibile? Aspetto i vostri pareri. Si comincerebbe all’indomani dell’uscita del prossimo ALIA con i primi e-book e si continuerebbe con una cadenza trimestrale. A far parte dei testi pubblicati potrebbero essere testi già apparsi su ALIA o testi nuovi , tutti rigorosamente fantastici. A noi, Giorgi, Silvia e il sottoscritto, sembra una buona idea, ma rimaniamo in attesa di vostri segnali in proposito.

sf 1La scelta di puntare decisamente su testi in forma di e-book può sembrare forse azzardata, rischiando di tagliare fuori una quota di lettori, d’altro canto l’e-book garantisce una praticità senza pari nella distribuzione e facilità per l’acquisto senza rese né errori di tiratura. Mi rendo conto che per molti – me compreso – il fascino del libro in carta con la copertina colorata, i risguardi, la seconda e terza illustrate come furono gli ultimi ALIA, ha un fascino non facile da eguagliare ma posso assicurare chi mi legge che anche veder comparire la copertina di un e-book dalle profondità di un e-reader o di un kindle ha un buon allure.

Per il momento mi fermo qui. Abbiamo ancora tempo per discuterne e per vedere le forme possibili della collaborazione. Intanto un grosso abbraccio a tutti e a rileggerci presto!

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Sul piede di partenza…

alia

Immancabilmente, ALIA.

Lo so, sono clamorosamente in ritardo, ma, nonostante il clima seccante (ore 18.38, 31°,  umidità 16%) sto lavorando secco a leggere i brani per il prossimo ALIA.
A questo proposito dò una bella notizia a tutti: mi è arrivato – e ho letto – il brano di Chiara  Negrini, Dance Macabre, il racconto di un tipo molto particolare di ossessione accompagnato da fenomeni di strana percezione… un ottimo racconto che, sistemate alcune piccole cose, metteremo quanto prima in cascina. Silvia ha letto il racconto di Davide Zampatori e in questo momento è qui davanti a me, in una tenuta che non credo suo nonno avrebbe approvato, a picchiare sulla tastiera del suo Acer per scrivere commenti, appunti e suggerimenti al buon Davide.
Ho anche riletto il racconto inviato da Samuel Marolla e continuo ad avere numerose perplessità in proposito, che, immagino, siano almeno in parte dovute a mie resistenze personali allo horror-splatter-gore con teste volanti, schizzi di sangue e vomito ovunque. Poi ci sono problemi di somiglianza con un altro racconto tuttora in corso di valutazione… Rileggerò nuovamente il brano e poi deciderò se è il caso di chiedere al buon Marolla una seconda scelta.
Intanto mi rinfresco con l’ottimo brano inviato da Vittorio Catani, con il delizioso & misterioso pezzo di Francesco Troccoli e con il complesso pezzo di Maurizio Cometto, e il ricco e misterioso pezzo di Spasaro, i primi arrivati con largo anticipo.

E poi ci sono i cosiddetti cavoli miei. Sto ultimando «Settembre» che vorrei fare uscire entro luglio, se possibile. Altrimenti se ne riparla a… settembre.
Appunto.
Comunque posso confermare il buon risultato del «metodo Calvino». Rileggere dopo un paio di mesi la propria ultima stesura permette una distanza dal testo che ha qualcosa di magico. No, non ho riempito il testo di ulteriori correzioni – il che è molto positivo – ma ho avuto una visione d’insieme del libro che mi ha rincuorato.
Poi… lo so., Debbo finire di scrivere il racconto per ALIA. Per il momento sono a pagina 1 (uno), ma se non altro adesso SO dove si svolge il racconto, SO chi è il protagonista e SO una serie di piccole cose sull’ambiente. Lo so, è poco, ma un racconto vive una gestazione nella testa dell’autore che supera di diverse volte il tempo necessario per scriverlo. Chi scrive racconti potrà confermarlo.
Domani riparto per la montagna e ci rimango per una settimana, più o meno. Il clima fresco mi aiuterà a scrivere e a pensare. Non sarò on line spesso ma sono in grado di dare una letta alla posta e persino a FB.
Per chiudere un piccolo pensiero a Chiara Negrini, che credo comprenderà…

N.B.: Questo articolo è apparso (quasi) contemporaneamente sul blog Fronte e Retro.

In altri mondi: il demone sterminatore

il_demone_sterminatoreCredete all’indipendenza dei recensori? Pensate che chi scrive di un libro non debba necessariamente aver nessun rapporto con chi il libro l’ha scritto? Temete di essere turlupinati da una recensione disonesta? Allora risparmiatevi la fatica di leggere quel che segue: conosco e stimo l’autore del libro presentato anche se, come Seneca, tendo a pensare che un approccio sincero a un testo sia preferibile per chi mi legge e anche per l’autore. Avendo lavorato per vent’anni o giù di lì per LN-LibriNuovi mi sono trovato spesso a recensire autori che conoscevo ma la mia linea di condotta, in questo caso, era quella di avvertire chi mi leggeva del rapporto esistente tra recensore e autore e invitando i lettori a tenerne conto. Presunzione? Non lo nego, ma preferisco agire così piuttosto che mettere in scena la consueta sviolinata – o le critiche pelose – di chi lavora nello stesso ambiente e conosce perfettamente l’autore ma fa finta di niente.

Fatta questa doverosa premessa, vengo al libro. Ma ti è piaciuto? Ho letto poca fantasy, in vita mia. È un genere che un tempo – diciamo venti/trent’anni fa – non era particolarmente frequentato, poco tradotto in lingua italiana, con l’esclusione del glorioso «Signore degli Anelli» – comunque circondato da un’aura negativa per le sue presunte tendenze di “estrema destra” – e di pochi altri testi di autori più o meno noti, come Robert Ervin Howard o, più tardi, Marion Zimmer Bradley o Terry Brooks. Nato dal gotico e da autori come William Morris, Lord Dunsany o Howard Phillips Lovecraft, il fantasy ha acquistato un successo crescente parallelo alla profonda crisi della sf, tanto da diversificarsi e da occupare gran parte del paesaggio del fantastico contemporaneo.

Da amante della sf e in generale della speculazione di radice scientifica ho avuto relazioni scarse e non facili con il fantasy. Ho doverosamente letto in tempi non sospetti il «Signore degli Anelli» e «Lo hobbit», ho assaggiato un paio di romanzi di Marion Zimmer Bradley, ho letto Morris e Dunsany e ho profondamente apprezzato H.P.Lovecraft, giudicandolo, tuttavia, un ottimo (ma verboso) autore di proto-fantascienza. Prima di approdare al libro di Vincent Spasaro debbo ammettere di aver letto poca fantasy, se non nelle sue versioni meno formali, con autori come China Mieville, Mary Gentle o Michael Swanwick, considerati – secondo gli appassionati di tassonomia fantastica – autori di «new weird» o di «scientific fantasy», categorie che possono ritenersi utili per uno storico della letteratura ma non troppo maneggevoli per un normale lettore.

Vincent-Spasaro

Vincent Spasaro

Il romanzo di Vincent Spasaro rientrerebbe nella categoria del «Dark Fantasy», ovvero di un genere dove caratterizzazione della vicenda è orientata verso una tendenza neo-gotica, dove fantasmi, apparizioni, mostri nati da incubi e in generale il «Male», inteso come categoria reale e materiale, determina i confini della vicenda. È davvero così? E si tratta del «Male» come categoria a-storica e sovra-umana o di una forma diversa di minaccia? Sinceramente non ho una particolare simpatia per il «Male» come entità definita, più o meno come tollero poco che si dichiari che Hitler in fondo «era soltanto un pazzo». Il «Male» contenuto nel romanzo di Spasaro, tuttavia, è di una categoria più simile a quella dell’Olimpo remoto e indifferente di H.P. Lovecraft che al – in definitiva sottilmente autocaricaturale – Sauron di R.R.Tolkien. I mondi di livello superiore, «i luoghi delle leggende che stanno al di là delle isole» dai quali viene il centauro Onnau, formano una curiosa visione di sapore utopico – o , volendo, fantascientifico – mentre lo sterminatore, che il lettore conoscerà soltanto nelle ultime pagine, ha la curiosa, rigida fissità del custode di Franz Kafka, quello per il quale (prego di scusare la citazione fatta a memoria) «Questa porta è stata finora aperta. Ora vado a chiuderla», ovvero l’oracolo di un mondo ulteriore, inafferrabile e incomprensibile per il personaggi.

Seicentottantadue pagine, un volume di dimensioni ragguardevoli, dove tre personaggi, il già citato centauro Onnau, il piccolo prete Luach e la zingara Fenahar – apparsa più volte nel libro sotto altre vesti e con altri nomi – sono alla ricerca dello «Sterminatore», l’entità colpevole dell’antico teocidio, del quale esiste soltanto un tenue e vago ricordo nel mondo del «fiume senza rive». E l’impresa dei tre personaggi è anche una ricognizione di questo mondo inferiore, dove vani e feroci sogni di potenza, ricordi perduti di una condizione umana migliore e una tecnologia limitata dalle condizioni ambientali. rendono il mondo del fiume un’entità da incubo, popolata da un ricca fauna di ombre e fantasmi, di un enigmatico «popolo bianco» e di innominabili creature degli abissi, in un universo che l’autore riesce a rendere curiosamente reale, quasi tangibile.

E poco a poco il complesso universo del «Demone Sterminatore» filtra attraverso le pagine, diventa, come nella narrativa nipponica, una dimensione della percezione della realtà, un substrato fatale di quel mondo che permea completamente la visione del mondo dei personaggi. Il «Fiume senza rive» diviene reale, una visione necessaria e sufficiente, come se non esistesse altra possibilità per sopravvivere. Onnau, «che viene dalla splendida città di Sivigne» finisce per perderne la memoria e a cercare inutilmente di resistere, con la visione del “suo” mondo che impallidisce a ogni passo; Luach che finisce con lo sposare completamente la ferocia del signore Tukiniat, a sua volta guidato da un desiderio di distruzione che va molto oltre il suo desiderio di possedere; Fenahar che nel suo instacabile mutare è guidata dal sogno di unirsi definitivamente al Demone Sterminatore.

rioIl mondo del fiume senza rive diviene così una caratteristica rappresentazione dell’inferno, ovvero un luogo senza speranza, senza redenzione né possibilità di mutare, un luogo di passaggio privo di un sole visibile, creato per capriccio da dei-demoni, alimentato da forme di vita apparente e in attesa di un’improbabile redenzione. Un’ontologia disperata e disperante che tenta di ripetere i mondi superni ma senza la loro grandezza. I mondi di Spasaro divengono sogni senza speranze, mondi intrinsecamente imperfetti dove anche la vita è soltanto un’illusione. Leggere «Il demone sterminatore» si rivela, in ultima analisi, una curiosa, inattesa esperienza mistica, qualcosa in grado di porre in discussione la visione stessa di Dio e della sua creazione, un universo dove Dio è necessariamente morto – come sostiene pervicacemente il prete Luach – e gli esseri umani sopravvivono senza nessuna speranza. Una rappresentazione ardita ma curiosamente efficace del genere umano in questi giorni senza apparente futuro.

Un romanzo “fluviale” per le dimensioni e particolarmente ambizioso nel tentativo di parlare insieme ai nostri sogni e alla nostra realtà. Difficile darne un giudizio che risulti comunque fondato e che ignori il valore didattico e gnoseologico del romanzo. La continua, instacabile descrizione del Fiume senza rive si rivela ipnoticamente efficace, anche se mi rendo conto che per alcuni può risultare faticosa, a tratti stucchevole. La ricerca del Demone Sterminatore è spesso illusione o sogno fallace e può risultare sottilmente assurda per un lettore che non voglia accettare i numerosi livelli e sottolivelli del romanzo. Personalmente sono uscito felicemente stremato dalla lettura, con il cervello carico di una visione barocca della realtà, simile a quella del mondo immaginato nel 1500, con Terre Incognite, mostri che infestano le acque e mondi celesti immobili che girano intorno alla Terra.Onestamente ne consiglio la lettura, come si può consigliare l’uso di una droga non abbastanza sperimentata, che può creare sogni difficili o incubi oscuri. Resta, in ogni caso, la capacità invidiabile di Vincent Spasaro di creare un universo coerente di questi tempi così poveri di sogni e di immaginazione, una vicenda ricca e complessa e personaggi a tutto tondo. Non è poco, davvero.

planisfero

ALIA Evo. Una volta finita la festa…

festaBeh, forse la festa non è del tutto finita, ma è più di un mese che non ne viene ordinata nemmeno una copia, così…

Il problema, giunti a questo punto, è quello di riuscire a ricreare uin minimo di curiosità e di interesse per un’opera scomparsa dall’orizzonte degli eventi. Ciò che mi è capitato più volte sia con i libri stampati da CS_libri che con i libri acquistati di altri editori. Le possibilità sono, a questo punto:

sollecitare nuove recensioni inviando il testo ad altri possibili recensori interessati.

Sempre possibile, ovviamente, anche se sui due piedi non mi vengono in mente altri possibili interessati. Il grosso problema di ALIA, un problema che si è posto in pratica sempre nel corso della sua esistenza è il suo essere una chimera, fatta di diversi tipi di fantastico. Il risultato è, come si potrà immaginare, che si rischia di essere ignorati nei gruppi dedicati a un sottogenere in particolare. Se qualcuno ha qualcosa da proporre sono tutto orecchie… In ogni caso nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di una nuova recensione scritta da un buon recensore. Speriamo che questa muova un po’ le acque.

abbassare il prezzo di copertina della pubblicazione e/o farla uscire in formato cartaceo.

La prima delle due è una possibilità, la seconda no. Sinceramente non pensavo che 7,20 euro fossero un problema tenendo conto che l’antologia aveva una paginazione superiore alle 400 pagine, ma tutto è possibile. Portare il prezzo e 3,60 euro o a 3,00 euro è senz’altro possibile, anche se… Una delle intenzioni di noi curatori e traduttori era quella di giungere ad un incasso sufficiente da poter procedere a stampare l’antologia, ma a un prezzo più basso la cosa si rivela sostanzialmente impossibile. Questo è anche il motivo per il quale al momento procedere a una stampa anche di un numero limitato di copie è impraticabile, a meno di non mettere in preventivo una perdita sicura e non di pochi euro. Abbiate pazienza, ma essere un editore vuol dire anche questo. In ogni caso procedere a un rilancio dell’antologia a un prezzo più basso è possibile. Fatemi solo sapere il vostro parere.

pubblicare un assaggio dei racconti o alcuni racconti, non più di tre, per spingere gli incerti ad acquistare.

Sono cose che ho già fatto ma con esiti scarsi. Diciamo che i racconti pubblicati vengono letti e buonanotte. In quanto a pubblicare l’incipit non serva praticamente a nulla, se non a provocare un certo rancore per la frustrazione tra i pochi interessati.

Questo è lo stato delle cose, Abbiamo creato un buon prodotto – chiedo scusa ma mi trovo qui in quanto “editore” e non come autore o curatore – ma le vendite sono inferiori a quanto sperato. Nulla che ci debba spingere a urlare e strapparci i capelli – in fondo è un brutto momento per tutta l’editoria e abbiamo utilizzato un genere di media ancora poco diffuso in Italia – , anzi tenendo conto del rapporto di vendite esistente tra p-book ed e-book potremmo persino vantarci un pochino dell’interesse suscitato, ma rimane il fatto che il progetto è rimasto quantomeno incompleto. A questo punto possiamo ringraziare gli intervenuti e chiudere la serranda sul progetto ALIA. Oppure possiamo tentare qualcos’altro. Io sono disponibile, datemi soltanto qualche idea

fine della festa

Aspettando commenti

cielo nuovolosoSiamo in piena estate – anche se non sembra – e anch’io ho cominciato le mie fughe in montagna. Dove, tra l’altro, sono riuscito a trovare (e mangiare) non pochi funghi, il che potrebbe anche rappresentare un pessimo sintomo, degno di un pre-autunno piuttosto che di un’estate. D’altro canto il surriscaldamento dell’atmosfera comporta una maggiore evaporazione di acqua, il formarsi di nuvole e di perturbazioni che determinano variazioni nelle correnti atmosferiche e provocano pioggia dove non te l’aspetti e secondo una cronologia inattesa. Insomma, niente da fare, è ancora una volta colpa nostra…

Leggere articoli sulla meteorologia è in realtà modo per informarsi non solo sulla sorte del mio week-end ma anche – sia pure in modo indiretto – su geologia, biologia e storia naturale dei pianeti colonizzati dai miei eroici cosmonauti. Riflettere sulle manovre necessarie per terraformare un lontano pianeta o, viceversa, per constatare come risulti impossibile farlo. I movimenti dell’alta atmosfera, i gas che ne formano la composizione, i tipi di vulcani, i movimenti della crosta e i mari e la loro composizione  – un mare di metano liquido, per esempio, ha una temperatura assurdamente bassa, ma è del tutto impossibile pensare di terraformarlo? Nemmeno se riusciste – tanto per dire – a modificare l’orbita del pianeta?

Ma parliamo d’altro, ora. Sono tuttora in attesa di commenti all’uscita di ALIA, comunque tenendo conto che l’estate è il momento peggiore per pubblicizzare e vendere un e-book. Le vendite si sono fermate intorno al 20 di luglio e da qui fino a fine di agosto non credo accadrà molto. So che dovrebbe uscire almeno un articolo entro agosto ma non escludo che possa slittare a settembre. E da un certo punto di vista può essere ottimo così.

Comunque c’è movimento sotto il pelo dell’acqua e non mi lamento. L’autunno (ma forse anche il pre-autunno in corso) sarà comunque proficuo per la nostra comune creatura. In agosto dovrebbe comunque uscire un’edizione emendata dai (pochi) errori della prima edizione. Sia grazie a Consolata che si è assunta questo compito.

Ultima cosa: sarebbe piacevole, divertente e magari persino bello se ognuno dei lettori – sia gli autori che i lettori – avessero voglia di commentare pubblicamente i racconti letti, magari aggiungendo anche i racconti più vicini al proprio modo di concepire e immaginare il fantastico. NON compilare una graduatoria, sia chiaro, ma raccontare la propria esperienza di lettura. Un grazie anticipato a chi vorrà partecipare.

A rileggerci presto.

Alia pubblicità

Aspettando le ultime due storie

Alia_NebbiaSiamo a quindici. Quindici racconti e quindici autori. Con l’inizio della prossima settimana dovrebbero arrivarmi anche gli ultimi due racconti tradotti, un racconto di Lillian Csernica, tradotto dall’inglese da Davide Mana e un racconto di Feo Dai, tradotto dal cinese dall’ottimo Federico Madaro al quale vanno tutti i miei ringraziamenti.

Diciamo che entro la prossima settimana avrò tutto per la pubblicazione. La bozza della copertina, tratta da una fotografia di Paolo Cavazza, è sostanzialmente pronta (e non è quella inserita in testa al post) e a questo punto procederemo a raccogliere i brevi testi di autopresentazione degli autori – max 10 righe – scriveremo la presentazione all’antologia (compito di Silvia Treves) e finalmente pubblicheremo l’antologia. Più o meno 400 pagine.

Dove la pubblichemo? Bella domanda. A questo punto, dopo lunghe discussioni, siamo rimasti con due possibilità ancora aperte:

1) Pubblicare su Amazon.it, con tutti i vantaggi di finire su un sito decisamente visitato e avere qualche possibilità in più di essere notati, pagando però una quota dell’incasso ad Amazon.

2) Pubblicare su una pagina della rivista LN-LibriNuovi, con il grosso vantaggio che l’incasso rimane completamente nostro – e potrà essere utilizzato per la stampa del volume in carta – ma il non piccolo svantaggio di essere trovati soltanto sul sito della rivista, obbligandoci tutti a una campagna martellante di pubblicità sui nostri blog, su FB e in qualunque altro sito disponibile.

Voi che cosa ne dite? Come la pensate in proposito? Avete già avuto esperienze di pubblicazione con Amazon? Con quali risultati? Dateci il vostro parere, ne abbiamo disperatamente bisogno…

Ultima cosa, tanto per ripasso, presento di seguito gli autori finora giunti, con l’ultima aggiunta di Marcel Schwob, autore francese nella traduzione di Davide Mana.

Segni di morte, di Maurizio Cometto, Avvistamenti di Mario Giorgi, Il misterioso diario del giovane Piotr di Francesco Troccoli, La Farfalla e le zanzare di Massimo Citi, L’arsenale dei cuccioli di Vincent Spasaro, La sindrome della locusta di Fabio Lastrucci, Lazzarella di Vittorio Catani, Viale del tramonto di Luca Barbieri, La clinica dell’arcobaleno di Massimo Soumaré, Gran Dio, morir sì giovane di Consolata Lanza, F come Frankenstein di Paolo Cavazza, La solita spiaggia di Silvia Treves, La valle delle testa mozzate di Davide Mana, La piccola Blanche di Marcel Schwob, La residenza sicura Mikasa di Okina Kamino.

«Signori il catalogo è questo…»

Aspetto vostre comunicazioni, a presto!

melaignaziopiccola

ALIA, si riparte

estate sta finendoPrima o poi le vacanze finiscono e bisogna ritornare alle consuete attività, comprese le imprese, le follie o i sogni. E il prossimo ALIA è, per l’appunto, insieme impresa, follia e sogno.

Durante l’estate abbiamo letto – io e Silvia Treves, co-curatrice dell’antologia – più o meno una ventina di racconti di alcuni degli autori, sia già pubblicati nelle precedenti edizioni che  new entries nel mondo di ALIA. E con Silvia abbiamo finito col prendere alcune decisioni e operare alcune scelte, anche se – lo ricordo qui – il termine ultimo per la consegna dei manoscritti proposta in un intervento del 19 giugno era il 30 settembre 2013, termine che rimane fisso e definito, anche se può (nel caso) scivolare in avanti di qualche giorno, in rapporto alle richieste e a eventuali problemi degli autori. Questo – è bene chiarirlo – non vuol essere un rompete le righe, ma soltanto un esempio di realismo più o meno socialista, per il quale si tengono i motori sotto pressione se si è visto il protagonista scendere a precipizio dalle colline, sia pure inseguito da centinaia di bruti.

Le new entries già certe in questo momento sono almeno tre:

– Vincent Spasaro, qui il suo blog. È molto probabile che entri nel prossimo ALIA con un racconto, «L’arsenale dei cuccioli», anche se non si esclude la possibilità che sia un altro otttimo racconto – purissima space opera -, «I navigatori delle lunghe distanze» a spuntarla. A questo punto abbiamo rimandato la palla al buon Vincent e rimaniamo in attesa di una sua decisione.

– Maurizio Cometto, qui il suo spazio su FB, con un ottimo racconto, «Segni di morte», di tema e ambientazione davvero spaventosamente italiani.

– Luca Barbieri, qui la presentazione del suo ultimo libro, con un delizioso pastiche, malinconico & mostruoso insieme: «Viale del tramonto», ghost star K… vabbè quando comprerete l’antologia lo scoprirete.

I tre autori qui segnalati si vanno ad aggiungere a coloro che hanno già inviato i loro testi. Vittorio Catani, qui il suo blog. che ci ha fatto avere un racconto in tutto e per tutto degno del suo nome e della sua fama: «Lazzarella». L’aver “reinventato” il Lazzaro evangelico è stato davvero un colpo magistrale. Altro racconto – anche se è più corretto definirlo testo teatrale -, arrivato già al momento dell’annuncio del nuovo ALIA, è quello di Mario Giorgi, qui il suo spazio e-book sul web, un curioso modo di utilizzare le unità aristoteliche. L’ottimo Fabio Lastrucci, qui la sua pagina sul catologo Vegetti della sf, poi, sta lavorando per terminare un suo eccellente & allucinante racconto, un testo che vi farà passare l’appetito per il resto della giornata…

Ma la rassegna non finisce qui. Altri racconti sono in arrivo, e di quelli vi daremo man mano notizia.

Rimanete sintonizzati…

radio balilla

ALIA Evo: leggere e immaginare

immagini 17072013 067Premessa: questo articolo è stato scritto a quattro mani (di Max e s_3ves) + quattro zampe e una coda (di proprietà di Isidora, il nostro gattino). Il tempo di scrittura si è molto allungato grazie alla partecipazione entusiasta di Isi, che, passeggiando sulla tastiera,  ha premuto tasti a caso e attivato funzioni non richieste, e ha afferrato dita, braccialetti, orologi. Il suo “aiuto” ci ha costretto a rileggere spessissimo la bozza, alla ricerca di orrori di battitura, e a ridurre la lunghezza delle frasi (provate voi a coltivare l’ipotassi mentre una satanasso unghiuto vi sbatte sui tasti un pupazzetto di peluche!) andando dritti al punto. Nell’insieme il testo potrebbe averne guadagnato. La sua presenza ronfante, però, ci ha impedito di sbiellare, regalato serenità e aiutato a coltivare la pazienza. Per essere la nostra prima collaborazione interspecifica non è andata affatto male.

Abbiamo iniziato a leggere. Tutti e due – brano per brano, provando a ragionarci sopra, discutendone, provando a immaginarlo in compagnia degli altri, cercando di intuire se può funzionare, se il livello di emozione, sogno, fantasia, immaginazione – ma anche di invenzione e di originalità sono adeguati – stiamo ricreando una frazione del team originale di ALIA e di Fata Morgana, un equipaggio editoriale che ha funzionato e che speriamo funzioni ancora.

Innanzitutto, comunque, già leggendo questo primo gruppo di racconti è risultato chiaro che il materiale sarà molto e molto vario, probabilmente sufficiente a mettere insieme non uno ma due Alia. Un’ottima notizia, che però ci impone qualche scelta:

1) mettere insieme un Alia tutto italiano e un’Alia straniero?

2) mantenere l’internazionalità di Alia suddividendo i materiali italiani nei due possibili volumi? e se sì:

3) separare i sottogeneri? (Alia FS + Alia fantastico-horror-giotico)

4) accostare i racconti per tematiche, individuando due grandi correnti “sotterranee” che percorrono i racconti?

5) suddividerli tra “novelle” e racconti brevi?

E’ probabile che altre possibili suddivisioni emergano nel corso della lettura e mano a mano che arriveranno altri contributi. Questo significa in parole povere, che non sarà possibile tratteggiare il contorno del progetto “ALIA Evo” fino a quando non saranno arrivati tutti i racconti. In sostanza, questo non è un concorso, i racconti arrivati finora sono tutti di autori già noti ed esperti, quindi non è necessaria una “scrematura” sul tipo di quella effettuata a suo tempo per Fata Morgana. La qualità di scrittura è ovviamente all’altezza e eventuali scelte non avverranno sulla base della qualità di scrittura ma semmai, sull’originalità del tema, sulla sua trattazione, ed eventualmente sulle caratteristiche sperimentali della scrittura.

Il lavoro di lettura prosegue, ovviamente e qualunque proposta sulla struttura del o degli ALIA è la benvenuta. Noi continuamo a leggere, fratelli, e aspettiamo i vostri commenti.

talent scout letterari

ALIA: cinque domande.

who_are_you-_Siamo in movimento, come si è detto e spiegato, ma adesso si tratta di cominciare a riflettere su tempi, modi e forme dell’antologia a venire. Soltanto qualche punto fermo, ovviamente provvisorio e discutibilissimo, ma che è bene iniziare a discutere.

1) Chi: finora ho ricevuto la disponibilità di diversi autori delle precedenti edizioni. Tutti autori italiani, più qualche proposta da altri autori, sempre italiani. Un autore, Mario Giorgi, mi ha già fatto avere un suo (ottimo) racconto che si è già abbondantemente guadagnato un posto sul nostro mezzo. Ma come dobbiamo procedere? Quanti nuovi autori possiamo ospitare? È ragionevole pensare di poter pubblicare – putacaso – venti autori italiani? E sarà il caso che qualcuno scelga tra i racconti proposti o questi verranno comunque pubblicati? Il mio personala parere è che i racconti giunti saranno comunque pubblicati e nel caso suddivisi in due successive edizioni di ALIA. Ciò detto, credo che il termine ultimo per la consegna/spedizione dei racconti italiani sarà il prossimo 30 settembre.  Ditemi che cosa ne pensate, qui o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica aliaracconti[at]fastwebnet.it.

2) Dove: ALIA ha sempre raccolto autori provenienti dall’estremo est e dall’estremo ovest. Non mi sembra il caso di smettere proprio ora. Come anche, nel caso, di ospitare anche autori provenienti dalla nostra vecchia Europa. Nelle precedenti edizioni di ALIA Davide Mana, Maz Soumaré e Federico Madaro si sono assunti il compito di tradurre rispettivamente autori dell’universo anglofono e del mondo nipponico e cinese. È ancora possibile provarci? Ha un senso? Qualcuno è disposto ad ascoltarci e a cedere gratuitamente i suoi diritti per la traduzione italiana? Non posso che rivolgermi a ciascuno di voi curatori chiedendovi una risposta, anche breve ma comunque – me ne rendo conto – impegnativa. E se qualcuno ci stesse, sarebbe ragionevole pensare a un termine di consegna delle traduzioni per il 31.12.2013 o il 31.01.2014?

3) Come: si è parlato di un e-book dal quale, eventualmente, ottenere in un secondo momento un p(aper)-book. Ma non si tratta di legge scolpita sulla pietra che un ignoto dio ci ha regalato. Personalmente sono convinto che un e-book abbia più senso per la leggerezza stessa del progetto, ma non sono disposto a morire per difendere il mio punto di vista. Chiunque abbìa idee o suggerimenti scriva qui o all’indirizzo sopra citato (aliaracconti[at]fastwebnet.it). Si può fare tutto, compreso lanciare una sottoscrizione on line o ricattare un commercialista pedofilo. A proposito, qualcuno ne conosce? In ogni caso sottolineo che il nostro e-book potrà essere venduto letteralmente ovunque, sui blog come in qualsiasi sito. Sarà un libro ubiquo e rintracciabile ovunque. Anche, e anche questo è un parere personalissimo, eventualmente copiabile. Non nel senso che spingeremo i lettori a farne copie e inviarne in giro, ma nel senso che non apporremo assurdi e vessatori infomeccanismi per evitarne la copiatura familiare. Provvederemo comunque a difendere i diritti di autori e curatori.

4) Quando: la primavera 2014, così a occhio.

5) Perché: È il caso di ripeterlo? No, non credo proprio.

Coraggio, aspetto vostre risposte.

P.S.: nel caso si stabilisse che NON esistono autori stranieri disponibili a pubblicare – probabilmente anche con ragione – con un’editore fantasma, che cosa dobbiamo fare? Risposta personale: pubblicare ALIA ugualmente, anche solo con autori italiani. Ma anche qui è ovviamente possibile aprire una discussione on line.

Io sto coi talebani, in ogni caso, visto che a quanto pare vincono sempre.

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Che cosa vi aspettate da me?

writerNon ho un racconto per il prossimo ALIA.

Cioé, non è che non ce l’abbia, ma non mi viene in mente nulla di adatto. È come un regalo per un’occasione particolare. Hai in mente una serie di oggetti narrativi disponibili che potrebbero anche andare bene, ma nessuno sembra davvero adatto.

Nell’ultimo ALIA, ALIA Storie, 2011, copertina verde, ho pubblicato (a fatica, dal momento che ero ancora alla prese con i postumi dell’ictus avuto nei mesi precedenti) un racconto che, a rigore, sarebbe andato bene in coda a “In controtempo”. Un racconto che non era di sf ma semplicemente di fantastico, con un personaggio – un architetto specializzato in arredamento di interni, prossimo al fallimento – visibilmente destinato a una triste fine. Proprio ciò che non piace, ormai l’ho capito, a un certo Iguana Jo. Ma ovviamente non è questo a impedirmi a proporre di nuovo qualcosa del genere. È semplicemente il desiderio un po’ farlocco di sparare una bella storia fantascientifica.

gravastarChe sia bella, poi, io sono l’ultimo al mondo a poterlo dire, ma credo si capisca bene che cosa intendo. Una storia ambientata molto lontano della Terra, in un lontano futuro. Potrebbe essere un racconto da aggiungere al ciclo della Corrente, in fondo nei precedenti cinque numeri di ALIA ho sempre pubblicato un racconto appartenente al ciclo. Ma potrebbe anche essere qualcosa di molto diverso. Il romanzo che (non) sto finendo di scrivere si svolge in un universo con una storia molto diversa da quello dell’Udienza e della Corrente. Un universo dove esistono specie aliene con le quali gli umani sono gradualmente venuti a contatto. Un universo dove curiose, enormi stelle, le «Gravastar», fungono da portale per ammassi locali, dove tutte le razze che conoscono questo genere di trasporto finiscono fatalmente per incontrarsi. Dove incontrare un alieno ha smesso di essere un fatto sensazionale per diventare una seccatura, un impegno, una difficoltà, un grattacapo, un problema. Lo so, lo so, le Gravastar sono parte di un’ipotesi screditata sulla fisica dei buchi neri, esattamente come so che nel ciclo di Chanur l’ottima C.J.Cherryh ha giusto immaginato qualcosa di simile a una stazione di incontro tra navigatori più o meno alieni. Ma dev’esserci qualcosa di profondamente suggestivo, in quest’idea, tanto da appiccicarmisi addosso e risaltare fuori a distanza di un ventina d’anni. E comunque, direi che immaginare sia la musica il miglior modo di fraternizzare con gli alieni – tanto che l’unica struttura interspecifica nata per controllare il corretto svolgimento degli affari nelle stazioni ha un nome dannatamente musicale: la Cromantìa – non è un’idea poi del tutto da buttare.

chanurSono perseguitato da molte idee che, complessivamente, mi permetterebbero di scrivere addirittura tre racconti. Uno di puro fantastico, legato a una visione – o meglio, a un’illusione – notturna nata portando a spasso il mio cane (NON ridete!). Un’altro legato a un passaggio di uno dei racconti o dei romanzi del ciclo della Corrente, dove accennavo a una particolare tipo di piloti tranx, dei ferocissimi istinti superfelini (lo so, Cordwainer Smith ha scritto I picoli micieti di mamma Hitton e io l’ho letto, lo confesso) e, infine, il terzo legato al problema dell’immortalità, ovvero di una specie i cui membri siano realmente immortali e ai loro possibili rapporti – o mancanza di essi – con specie che immortali non sono… un racconto per il quale i mondi della Cromantìa sarebbero perfetti.

astronave-doroMa non si raccontano le tracce prima di averle stese! È una vergogna, un’ignominia, un orrore!

Vero, ma questo blog, in fondo, è un boudoir, uno spogliatoio, un luogo dove fare quattro chiacchiere prima o dopo la partita. E, in ogni caso, aver dichiarato le mie intenzioni funziona da impegno. Verso di me e verso i lettori, quattro, quaranta o quattocentomila che siano. Mi auguro che altri autori abbiano voglia di commentare, magari suggerendomi di buttare via tutte e tre le tracce o proponendo un’idea, una traccia del racconto che proporranno. ALIA è qualcosa di diverso, in tutti i sensi.