Da leggere con pazienza

fiume degli dei

Il tempo scorre. Sto finendo il mio racconto, sia pure con non poche difficoltà impreviste, ho ricevuto la versione definitiva dell’ottimo racconto di Fabio Lastrucci e, come gli ho scritto, ne sono rimasto davvero colpito ed emozionato. Silvia sta lavorando alla ennesima revisione del suo racconto – fortunatamente il racconto a un certo punto viene pubblicato, ponendo fine alle sue defatiganti revisioni – ho avuto qualche buona nuova dall’ottimo Davide Mana e ho ricevuto e letto il racconto di Maz Soumarè, un urban fantasy veloce e a tratti davvero divertente. Insomma il lavoro continua e ALIA lentamente lievita.

Ciò detto, tanto per non lasciare bianche queste pagine (o perché non sono capace di star zitto), dedicherò qualche riga a una lettura condotta in questi ultimi tempi. Parlo de Il fiume degli dei di Ian McDonald.

Il fiume degli dei è il primo della nuova collana Urania Jumbo, 507 pagine + sette di glossario, edizione originale 2004. Il romanzo è ambientato nell’India del 2047, un paese spezzato in una serie di staterelli, afflitto da un incoercibile fondamentalismo religioso indù, da  gravi  problemi climatici – i monsoni sono perennemente in ritardo e la terra si asciuga e si impoverisce – da una guerra a bassa intensità tra i vari nuovi stati indiani dovuta alla crescente siccità, da un traffico di unità di AI (Intelligenza Artificiale) di dimensioni inquietanti e da una tradizione religiosa e civile intrinsecamente contradditoria e innestata da elementi che poco hanno a che vedere con essa, come una sit-com che dura ininterrotta ormai da anni.

Un quadro molto ampio, ricco, generoso, nel quale si muovono numerosi personaggi a costruire un romanzo ricco di riflessi, sfaccettature e passione, estremamente ambizioso, complesso e probabilmente fin troppo prolisso. Personalmente ho avuto la netta sensazione che fino intorno a pagina fiume 2150 non succedesse nulla di particolarmente rilevante e che unico compito del lettore fosse quello di sforzarsi di ricordare chi diavolo fossero Vishram, Lisa, Tal, Naija, Shaheen Badoor Khan, Lull e tutti gli altri, correndo tra il testo e il glossario (talvolta inutilmente) e chiedendosi se era poi proprio necessario inserire tutti questi personaggi… Ma no, non ho serbato rancore al buon McDonald, anche perché mi rendo conto che un romanzo corale di queste dimensioni e con un complesso di temi tanto vasto richiedeva senz’altro un simile parco di personaggi.

Con tutto ciò debbo però ammettere che, pur apprezzando l’intento e l’esito del romanzo, non sono mai riuscito a entrare in sintonia e anche le pagine finali (alle quali sono giunto estenuato), non mi hanno conquistato come sarebbe stato appena appena normale. In sostanza ogni tessera del romanzo è andata al suo posto, ma ho assistito alla sistemazione del mosaico senza emozione, senza riuscire davvero a partecipare. Diciamo che ho condotto la lettura in attesa di un cambio di registro e di visione inattesi ma la mia (malaccorta) attesa si è rivelata vana. Polvere bagnata o forse un lettore impaziente e disattento.

Ian_McDonald_2005Tra il lettore e l’autore non va sempre tutto come deve andare… Diciamo che invito alla lettura del libro di McDonald con alcune avvertenze. La prima, probabilmente, è quella di munirsi di pazienza. Molta pazienza. In secondo luogo direi che, almeno per le prime 200 pagine, è il caso di seguire le vicende dei personaggi una ad una, come se si trattasse di diversi romanzi. Non si tratta di un peccato di lesa maestà, sia chiaro, i personaggi di McDonald e le loro vicende personali meritano un grado di attenzione che non sia sottoposto all’ansia di sapere come va a finire. Lo so, non è abituale per la sf leggere seguendo consigli di lettura, manco si leggesse Federigo Tozzi o Guido Morselli, ma si tratta di consigli a cattivi lettori come il sottoscritto. E la fantascienza è un po’ cambiata dalla sua origine. Vero o no?

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ALIA, si riparte

estate sta finendoPrima o poi le vacanze finiscono e bisogna ritornare alle consuete attività, comprese le imprese, le follie o i sogni. E il prossimo ALIA è, per l’appunto, insieme impresa, follia e sogno.

Durante l’estate abbiamo letto – io e Silvia Treves, co-curatrice dell’antologia – più o meno una ventina di racconti di alcuni degli autori, sia già pubblicati nelle precedenti edizioni che  new entries nel mondo di ALIA. E con Silvia abbiamo finito col prendere alcune decisioni e operare alcune scelte, anche se – lo ricordo qui – il termine ultimo per la consegna dei manoscritti proposta in un intervento del 19 giugno era il 30 settembre 2013, termine che rimane fisso e definito, anche se può (nel caso) scivolare in avanti di qualche giorno, in rapporto alle richieste e a eventuali problemi degli autori. Questo – è bene chiarirlo – non vuol essere un rompete le righe, ma soltanto un esempio di realismo più o meno socialista, per il quale si tengono i motori sotto pressione se si è visto il protagonista scendere a precipizio dalle colline, sia pure inseguito da centinaia di bruti.

Le new entries già certe in questo momento sono almeno tre:

– Vincent Spasaro, qui il suo blog. È molto probabile che entri nel prossimo ALIA con un racconto, «L’arsenale dei cuccioli», anche se non si esclude la possibilità che sia un altro otttimo racconto – purissima space opera -, «I navigatori delle lunghe distanze» a spuntarla. A questo punto abbiamo rimandato la palla al buon Vincent e rimaniamo in attesa di una sua decisione.

– Maurizio Cometto, qui il suo spazio su FB, con un ottimo racconto, «Segni di morte», di tema e ambientazione davvero spaventosamente italiani.

– Luca Barbieri, qui la presentazione del suo ultimo libro, con un delizioso pastiche, malinconico & mostruoso insieme: «Viale del tramonto», ghost star K… vabbè quando comprerete l’antologia lo scoprirete.

I tre autori qui segnalati si vanno ad aggiungere a coloro che hanno già inviato i loro testi. Vittorio Catani, qui il suo blog. che ci ha fatto avere un racconto in tutto e per tutto degno del suo nome e della sua fama: «Lazzarella». L’aver “reinventato” il Lazzaro evangelico è stato davvero un colpo magistrale. Altro racconto – anche se è più corretto definirlo testo teatrale -, arrivato già al momento dell’annuncio del nuovo ALIA, è quello di Mario Giorgi, qui il suo spazio e-book sul web, un curioso modo di utilizzare le unità aristoteliche. L’ottimo Fabio Lastrucci, qui la sua pagina sul catologo Vegetti della sf, poi, sta lavorando per terminare un suo eccellente & allucinante racconto, un testo che vi farà passare l’appetito per il resto della giornata…

Ma la rassegna non finisce qui. Altri racconti sono in arrivo, e di quelli vi daremo man mano notizia.

Rimanete sintonizzati…

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